4547373541_735bb95491_oSi concludono oggi pomeriggio alle 18 i festeggiamenti in onore di San Francesco di Paola, protettore della gente di mare, con la tradizionale “acchianata” della statua sull’altare. Come di consueto, al ritmo delle marce allegre intonate dalla banda di Paceco diretta dal Maestro Claudio Maltese, e i “viva san Franciscu di Paula” invocati dalla gente, la pesante ed espressiva statua che rappresenta il Santo taumaturgo cosentino, sarà sceso dalla vara e portato davanti al portone. A conclusione del rito, la statua verrà accompagnata a ritmo di musica davanti l’altare, per poi essere appunto, salita su di esso.

La processione di domenica scorsa ha confermato ancora una volta il grandissimo legame tra il popolo verace trapanese e la festa di San Francesco di Paola, con la piazza gremita nelle fasi di uscita e di entrata, e tutte le vie del percorso piene di gente. Suggestivo come sempre il passaggio su determinate vie del centro storico, sopratutto dove la gente dei balconi più bassi potevano toccare il volto della statua. Anche il consueto momento di raccoglimento al varco Torrearsa in memoria dei caduti in mare, è stato seguito da moltissime persone, tra le sirene delle navi, il silenzio intonato da un componente della banda, e la preghiera invocata da Padre Damiano.

Come di consueto, non appena il Santo ha raggiunto il porto peschereccio, si è ripetuto un altro momento toccante, con il giro delle banchine dello scalo d’Alaggio e le offerte dei ceri votivi dei pescatori, al termine del quale i fuochi pirotecnici hanno salutato la festa in onore del Santo cosentino, che subito dopo ha iniziato il percorso di rientro verso la chiesa.

Il passaggio in corso Vittorio Emanuele è stato un continuo “zig-zag” tra i vari gazebi delle svariate attività presenti sulla via,  e così anche la via Garibaldi che è diventata la via dei pergolati e dei gazebi, oltre che un lounge bar vivente. Sembra strano che per una processione con un seguito del genere, non ci sia stata nessuna ordinanza per rimuovere queste strutture, come per esempio succede per le feste patronali.

Chiusa questa parentesi, ne riapriamo un’altra… ovvero la fase di entrata del Santo, dove la piazza gremita ha atteso l’arrivo della processione per assistere all’entrata in spalla della statua; tutto stava andando abbastanza bene, tra il posizionamento delle aste, e la rimozione del carrello: fino alle prime due marce dove tutto stava andando bene. A dir la verità in piazza già si notava qualcuno che posizionato all’angolo tra gli uffici comunali e il bar, stava per andare in escandescenza(probabilmente perché non si era potuto sistemare sotto la vara), mentre le forze dell’ordine erano tutte vicino le aste. Appena iniziata la terza marcia, ecco la rissa che ha costretto la frettolosa entrata del Santo in chiesa, tra i volti delusi dei presenti che hanno assistito alla rissa e al resto della piazza che si chiedeva come mai il Santo fosse entrato così velocemente.

Non è la prima volta che succede una cosa del genere per l’entrata di San Francesco di Paola, poiché è l’anima popolare di questa processione che implica questo genere di cose, soltanto che fa rabbia il fatto che per colpa di pochi, ne devono pagare le spese tutti quanti, in primis questa storica e sentita processione.  Nel 2012 infatti, a causa di una rissa dopo l’entrata del 2011, il Santo è stato entrato in chiesa con le ruote e le corde, lasciando a tutti l’amaro in bocca. Mentre sia nel 2013 che l’anno scorso con l’entrata in spalla, tutto è andato liscio.

Cosa si potrebbe fare per evitare questo genere di cose??

Da parte di molti, la risposta è sempre quella: non c’è nulla da fare, è sempre stato così…

La mia proposta invece è questa: non si potrebbe per esempio montare le aste all’altezza di via XXX Gennaio poco prima di imboccare la via Mercè e fare percorrere tutta la strada in spalla fino alla chiesa, magari con un gruppo di portatori già stabiliti in partenza? Il montaggio delle aste fuori dalla piazza potrebbe ovviare una serie di problematiche per dare respiro alla gene disposta sul largo San Francesco che ogni volta, durante lo smontaggio del carrello, è costretta a stringersi come sardine. Altro beneficio potrebbe essere il fatto che, decidendo a priori i portatori per l’entrata, si eviterebbero le solite questioni su chi si deve mettere sotto le aste.

Utopia probabilmente, ma molto spesso il non ascoltare le proposte che vengono dall’esterno, porta a peggiorare la situazione negli anni. Magari la mia proposta sarà sbagliata o non fattibile, però un tentativo lo si potrebbe pur fare, per evitare che la cosa degeneri nel prossimo futuro, con decisioni un po’ più severe.

Francesco Genovese