UNA PROCESSIONE RACCOLTA
Anche per quest’anno si è conclusa la solenne processione dei Misteri. Ieri alle 14.00 in punto il simulacro dell’Addolorata ha fatto rientro nella chiesa del Purgatorio, davanti ad una piazza gremita fatta di emozioni, petali di rose e lacrime. L’Unione Maestranze ha decisamente vinto la scommessa, zittendo ogni pronostico pessimista di chi non ha mai creduto nella buona riuscita di questa processione limitata al centro storico. Risultato raggiunto, l’edizione 2011 dei Misteri è decisamente entrata nella storia.
E’ andato tutto bene e pure le condizioni meteorologiche non hanno ostacolato il lungo corteo che si è snodato per le vie della città per ventiquattro ore esatte. Grande soddisfazione da parte di tutti, in primis il direttivo dell’Unione Maestranze che non ha nascosto la propria emozione, ma anche la gente presente massicciamente lungo le vie e specialmente nella piazza antistante la chiesa. Ancora una volta, la presidenza Buscaino è riuscita a tenere compatti tutti e venti i gruppi con sporadiche eccezioni lungo la parte finale del tragitto che ha portato ad un ritardo di mezz’ora per l’inizio della fase di entrata.
Le strade del centro storico sono state prese d’assalto dai trapanesi e dai tanti turisti presenti in città che per tutta la durata della processione si è trasformata in un contesto fatto di marce funebri, “ciaccule” ed emozionanti “annacate”. Chi non è riuscito a seguire i Sacri gruppi nelle strette vie del centro, ha potuto assistere alla processione lungo le larghe vie XXX Gennaio, Osorio e Spalti, oltre che nel pezzettino di Via Fardella percorso prima di entrare in piazza Umberto I. L’unica nota dolente è stata proprio la sosta nella piazzetta davanti la stazione, per via della calca di persone presenti, ma tutto è perfettibile, nonostante l’ottimo risultato.
L’importante è essere riusciti a dimostrare che si può fare processione anche senza la dispersiva Via Fardella, anche se è probabile che un itinerario come questo è difficile che venga riproposto nella sua interezza per le prossime edizioni. Sono tante le cose che resteranno nella memoria di chi ha vissuto queste intense ventiquattro ore di passione, primo fra tutti il passaggio nel quartiere di San Pietro, assente dai percorsi effettuati negli ultimi undici anni. Ma anche il passaggio in Via San Michele, dove i gruppi hanno effettuato delle “vutate” davanti al punto in cui sorgeva la chiesa omonima che ha custodito i Sacri gruppi fino al 6 aprile del 1943.
E poi la notte, la splendida notte dei Misteri che rappresenta la vera notte bianca trapanese, degna di essere vissuta nella sua interezza, in particolar modo in Via Tartaglia, dove i Misteri riflettevano sulle antiche case presenti nella stretta via.
Tutto è andato bene quindi grazie all’impegno di tutti i ceti che sono riusciti a tenere compatto l’intero corteo, mettendo da parte i personalismi che in passato hanno causato gli sfilacciamenti che quest’anno non si sono visti. Anche il Vescovo Micciche, poco prima del rientro dell’Addolorata, si è complimentato con l’Unione Maestranze, dove tra le altre cose ha parlato del bisogno che ha la nostra città di risorgere nella legalità, nella crescita del senso del bene comune e nella solidarietà. Oggi alle 10.30 dal Purgatorio ci sarà la processione del Risorto fino in Cattedrale, con le maestranze dei Misteri e la banda musicale “città di Paceco” per poi celebrare il Pontificale pasquale che inizierà alle 11.30.
IL FASCINO DELLE VARE NELLE STRADINE DEL CENTRO
Sono state buone le reazioni dei tanti trapanesi accorsi in centro per assistere alla processione dei Misteri. Il fascino del passaggio dei gruppi nelle vie antiche della città è riuscito ad averla vinta sulle polemiche nate mesi fa quando è stato deciso di non percorrere la via Fardella. Qualche lamentela però c’è stata da parte di molti portatori che hanno trovato questo itinerario particolarmente stancante rispetto agli anni passati e altri invece hanno espresso perplessità per via dei pochi spettatori presenti nelle strade più strette, dove i balconi delle case erano pieni di gente affascinate dal passaggio dei gruppi.
Ad ogni modo è stata una scelta azzeccata e le polemiche pretestuose nate nei mesi scorsi sono state immediatamente quietate; bastava sentire l’atmosfera creata dalle splendide opere d’arte che da quattrocento anni rappresentano passione e morte di Cristo, per ricredersi sulla riuscita della processione e senza dubbio, dopo questa edizione, la città è notevolmente cresciuta. Qualche accorgimento sugli itinerari futuri è sempre possibile, basta solamente valutare attentamente le scelte per le prossime edizioni, per riportare la processione dei Misteri allo splendore di un tempo, con la speranza di non dover parlare solamente di interessi economici ma di capire realmente qual è il contesto più consono per la processione del Venerdì Santo. L’unica certezza intanto è quella di aver scritto un’altra bella pagina di storia dei Misteri.
PIU’ SOBRIETA’
Nonostante l’ottima riuscita della processione appena conclusa, non si possono ignorare alcuni lati negativi che dilagano nel corso degli anni. Si è parlato tanto di ritorno alla sacralità e alla semplicità, ma sotto questi punti di vista, la processione deve sicuramente ancora crescere. Troppe parate di politici nei momenti clou delle entrate e delle uscite e troppi atteggiamenti teatrali in una rappresentazione processionale che troppo spesso si perde in questi “giochini” palesemente protagonistici, a cominciare dall’entrata del gruppo “l’Ascesa al Calvario” che, pur tenendo conto della grande devozione che ruota attorno al tredicesimo mistero, è lontano anni luce dalla processione che la contraddistingueva fino a vent’anni fa. Pur considerando la pesantezza del gruppo arricchito dai ceri e dagli addobbi che richiede un alto numero di portatori, non si possono ignorare certi atteggiamenti attorno alle aste, con file di uomini tutti abbracciati disposti a ferro di cavallo, creando un muro divisorio con la gente presente in piazza, con un forte spiegamento di forze dell’ordine e di uomini della security che sono senza dubbio eccessivi agli occhi di tanti spettatori che non condividono questo modo di fare processione. Teatralità anche durante l’entrata de “la Crocifissione” dove anche quest’anno sono stati lanciati dei fiori in alto e verso le statue che compongono il gruppo poco prima di entrare in chiesa.
Francesco Genovese