Anno 2044: Allegoria di un (im)probabile futuro
Venerdì Santo 15 aprile 2044. C'è grande attesa per questa nuova edizione della processione dei Misteri. Moltissime le novità quest'anno a cominciare dall'orario di uscita. Il primo gruppo uscirà alle 9 del mattino, e l'ultimo alle 19, per permettere l'esecuzione di tre marce funebri per gruppo, la prima con il gruppo in chiesa e i consoli disposti davanti al portone, la seconda per l’uscita del gruppo fino alla piazza e la terza dalla piazza per andare in via Domenico Giglio, con rinfresco in piazzetta purgatorio a metà processione. I momenti di raccoglimento saranno accompagnati da proiezioni video per ricordare i defunti, con dei collage musicali. Sarà la processione più lunga della storia, sia come durata che come percorso.
Misteri 2015: commento ai "commenti"
Da oggi il mio sito ritorna nella sua veste usuale di “blog”, dopo la parentesi dedicata alla Settimana Santa come già fatto negli altri anni.
Solitamente la pagina dedicata ai riti della Settimana Santa la tolgo il mercoledì dopo Pasqua, ma visto la scandalosa edizione appena conclusa della processione dei misteri, era doveroso lasciare ancora un po’ l’indice dei vari commenti, sia miei che del mio amico Beppino Tartaro.
Ad ogni modo, considerando che il tema “pantomima” dei misteri sia ancora caldo, lascerò nella colonna in alto a destra del sito wordpress, i link dei commenti già inseriti, oltre quelli che inserirò prossimamente.
Come volevasi dimostrare, i miei commenti, quelli di Beppino e l’articolo di Giovanni Cammareri pubblicato su Monitor, hanno fatto storcere il naso a molti, moltissimi addetti ai lavori che, a distanza di una settimana, sembrano già aver dimenticato di cosa sono stati capaci di fare durante la processione del Venerdì Santo.
Leggendo vari commenti su facebook, soprattutto riguardo l’ultimo pezzo “Il silenzio degli innocenti” pubblicato da Beppino Tartaro, è chiarissimo che gli appartenenti all’Unione Maestranze, non sono propensi ad accettare le critiche, alle quali se scrivessero delle repliche, possibilmente scritte in italiano corretto, sarebbe sinonimo di saper accettare ciò che gli altri pensano, magari con qualche autocritica che non guasterebbe mai.
Ci mancherebbe, il libero pensiero comporta che non per forza dobbiate condividere ciò che viene scritto, ma almeno abbiate la capacità e il coraggio di scrivere le vostre opinioni, senza giri di parole. La libertà di pensiero, ci mancherebbe anche questo, permette anche il silenzio, ma visto che l’Unione Maestranze e i suoi addetti , avendo il compito di organizzare la processione dei Misteri che appartiene al popolo trapanese, e dovendo quindi rispondere in primis alla città, il silenzio è la cosa meno appropriata perché sinonimo di non essere propensi al dialogo e alla critica.
E invece no…è più facile rispondere con dei commenti puerili e altro di ancora più puerile.
Se scorriamo indietro nel tempo, Beppino era il migliore di tutti… fin quando non esprimeva il suo pensiero.
E come lo è lui, lo sono anch’io; probabilmente abbiamo stili diversi di scrittura.. ma il succo non cambia; la mia domanda è: cosa pensate quindi di Giovanni Cammareri, che nel suo pezzo pubblicato su monitor ha chiesto la consegna degli argenti da parte dell’Unione Maestranze al comune per farla organizzare più degnamente?
Non voglio nemmeno immaginare quali repliche(se si possono chiamare tali) sareste capaci di scrivere.
Ad ogni modo, da cittadino devoto, spero che la questione non finisca qui, e che il Vescovo, insieme alle autorità competenti prendano dei seri provvedimenti. Uno a caso, il congelamento dei contributi da parte del comune per esempio, oppure una bella presa di posizione del Vescovo, con lo scopo di mettere ordine in questa processione in mano all'Unione Maestranze, sempre più propensa ad introdurre novità e sempre più lontana dalla storia, capace soltanto di occuparsi di contributi, sfilare in bella mostra anche in maniera inopportuna(vedi per esempio le ultime processioni del Corpus Domini), oppure per esempio organizzare una processione del Risorto soltanto nel pomeriggio di Pasqua e non la mattina. A cosa serve l’Unione Maestranze dunque, a parte far prevalere le diatribe interne a discapito della processione??
Sarà la storia a dare le risposte, e vi assicuro che fino ad ora, non sono state scritte delle belle pagine.
Francesco Genovese
Alla ricerca della semplicità perduta: Commento a freddo sui Misteri 2015
Da quando ho iniziato a scrivere sui Misteri di Trapani, mi sono sempre sentito una sorta di “mosca bianca” rispetto alle opinioni generali della gente. Eppure il mio occhio critico, a volte ammetto un po’ puntiglioso per certi versi, mi ha sempre spinto a continuare ad esprimere le mie idee, fin dai tempi del tanto amato e frequentato forum “Agorà dei Misteri” fondato da Beppino Tartaro più di 10 anni fa e adesso non più esistente.
In tutti questi anni ho capito che quando si parla dei Misteri di Trapani, puoi dire tutto, tranne che criticare l’ambiente che li circonda e da quel momento in poi, a seconda se critichi una o l’altra fazione(anche se molto spesso nell’ambiente dei Misteri, di fazioni ce ne sono tante), lo scrivente si rende conto a chi ha dato fastidio o meno.
Quest’anno invece sono rimasto sorpreso dalle attestazioni di stima e di condivisone da parte della gente in generale dopo il mio pezzo scritto al termine della processione, un pezzo composto sia dall’articolo che ho pubblicato su La Sicilia del 5 aprile 2015, sia dalle mie ampie considerazioni aggiuntive che, per ovvi motivi di spazio, non si potevano scrivere sul giornale.
Pensavo che ciò che per me era “l’identità perduta di una secolare processione”, sarebbe stato il solito pezzo letto da tanti ma condiviso e commentato da pochi; tutt’altro invece, con mia somma sorpresa.
E’ evidente che ciò che per me è stata una vera e propria debacle, lo è stato anche per tante altre persone che hanno assistito alla più triste processione degli ultimi anni, magari anche con motivazioni diverse, ma con un denominatore comune generale: LA PROCESSIONE DEI MISTERI DEVE ESSERE RIFONDATA DALLE BASI.
Il problema è sempre quello: molti addetti ai lavori si sentono i proprietari dei Sacri Gruppi che però appartengono al patrimonio della città e dei suoi cittadini. Certo, a loro va riconosciuto l’impegno di prodigarsi per organizzare la processione e di occuparsi dei Sacri Gruppi per tutti 365 giorni di ogni anno, su questo non c’è dubbio, ma quando all’interno dell’Unione Maestranze viene a mancare la capacità dell’autocritica e sopratutto del saper ascoltare e saper accettare le critiche che vengono dall’esterno, significa che c’è un muro troppo spesso che divide l’occhio dello spettatore dall’occhio di chi c’è dentro, e quindi giù con i rancori, giù con il parlare dietro le spalle e giù con i saluti e le smorfie.
A mio avviso se questo muro non ci fosse, sarebbe tutto molto più semplice, perchè è alla cittadinanza che l’Unione Maestranze(ammesso che esista ancora Unione) deve rispondere sempre e comunque.
Diverse e sostanzialmente variegate sono state invece le reazioni da parte degli addetti ai lavori, qualcuno mi ha scritto in privato, altri pubblicamente e altri mi hanno telefonato, mentre tantissimi, pur avendo letto il pezzo, hanno ignorato le motivazione che mi hanno spinto a scrivere determinate cose. Anche il video sui processionanti dei fornai che mangiavano(sul quale voglio ribadire che non ho nulla contro il ceto dei fornai), ha scatenato diverse reazioni, per lo più di condivisione della mia stessa indignazione per quanto avevo ripreso e pubblicato non per fare un dispetto, ma bensì per marcare ancora di più il degrado di questa processione, e non per aprire un dibattito riguardo il panino se era imbottito con la mortadella o con la provola.
Il problema dell’edizione appena conclusa della processione non è soltanto legato ai ritardi, perché se fosse solo quello, sarebbe un po’ più semplice il discorso, ma si tratta di un problema più profondo totalmente ignorato dagli occhi ciechi degli addetti ai lavori: la processione ha perso totalmente la propria identità. Quella di quest’anno non è stata una processione, ma semplicemente un’allegorica sfilata carnevalesca, senza pathos, dove le diatribe e le ripicche interne all’Unione Maestranze hanno preso il sopravvento su tutto con in più l’aggravante che ogni singolo ceto parte dal presupposto di poter fare la qualsiasi cosa, senza pensare minimamente se la propria azione possa avere delle conseguenze o meno.
Che il compito di Vito Dolce alla presidenza sarebbe stato arduo lo si sapeva già al momento della sua elezione vista la maggioranza risicatissima che lo aveva eletto, e cosa molto probabile di questo fallimento, è proprio la mancata ampia maggioranza che di per sé rappresentava un punto molto debole.
Probabilmente su Vito Dolce pesano anni di ripicche dovute al fatto che il gruppo de “L’Ascesa al Calvario”, essendo il più rappresentativo della processione, ha sempre avuto diciamo più spazio in tutto, come per esempio la doppia battuta all’entrata, e le perdite di tempo, a volte quasi giustificate, nelle edizioni passate lungo il percorso. D’altro canto sono note a tutti le polemiche passate legate a precedenti comitati esecutivi che a volte avevano difficoltà a dettare le regole al gruppo del popolo(così come anche ad altri gruppi, ci mancherebbe).
Anch’io in passato ho criticato le entrate dell’Ascesa al Calvario, con tutti i collaboratori attorno e il troppo tempo perduto, partendo semplicemente dal presupposto che per me i gruppi sono tutti uguali e che a mio avviso è giusto dare a tutti lo stesso tempo per l’entrata e di fatto, riguardo l’entrata di quest’anno, si è dimostrato che anche il gruppo del popolo può entrare in 10 minuti, e questo sarà sicuramente anche oggetto di discussione per le prossime edizioni.
Aldilà di tutto però, tutti gli altri gruppi dovrebbero prendere esempio anche dal gruppo del popolo, per l’indiscutibile compostezza che contraddistingue la sua processione, così come compostissime sono le processioni, tra gli altri, dei metallurgici, degli ortolani, salinai, pittori, etc etc.
Ritornando al succo del discorso, io ho visto molte, troppe cose che sono andate male quest’anno, per cui in quel mio commento c’era tutta la mia comprensibile rabbia da trapanese devoto, per aver assistito alla morte della processione dei misteri che quest'anno si è persa tra personalismi, ripicche, cordoni al collo, panini, abbigliamenti ed atteggiamenti poco consoni, i cui responsabili probabilmente non erano consapevoli(forse non lo sono mai stati) di ciò che avrebbero causato, perché per molti purtroppo, tutto ciò è normalità.
Tra le reazioni di molti addetti ai lavori, la cosa che mi ha infastidito di più, sono state certe giustificazioni stupide, del tipo “vabbè, tu eri posizionato in via mercè dove non c’era nessuno”, oppure, “è facile puntare il dito da chi non la vive dentro”, oppure “noi siamo devoti”, oppure “è facile criticare da dietro una tastiera” o addirittura che “le critiche sono dettate dall’invidia e dalla malignità”.
Sia chiaro che come sono devoti molti addetti ai lavori, lo sono anch’io anche da semplice spettatore come lo sono sempre stato, perché il fatto di vivere la processione da dentro non significa essere più devoto di chi la processione l’assiste. Anzi aggiungerei che l’occhio dello spettatore vede sempre ciò che all’interno non viene visto. In questi giorni per esempio ho avuto modo di parlare con due miei amici che quest’anno non hanno partecipato alla processione da “addetti”, ma bensì da spettatori come me. Erano inorriditi di quanto avevano visto, proprio come me e anche più di me. La mia domanda è: se quest’anno questi due miei amici avessero partecipato alla processione da addetti ai lavori, sarebbero stati lo stesso inorriditi?
Vogliamo parlare per esempio delle inutili e senza significato “Vutate”, trasformate in intere battute davanti le sedi dei vari ceti??
Due anni fa quando ho intervistato l'Arcivescovo Plotti chiedendo le sue impressioni sulla processione, ricordo perfettamente ciò che mi disse tra le altre cose: "Bisogna vedere se questi uomini portano in spalla semplicemente delle statue oppure sono davvero devoti".. ed effettivamente è una domanda lecita. Per quanto la "vutata" sia incarnata nella tradizione dei Misteri (anche se viene estremamente e palesemente ingigantita in intere battute davanti esercizi commerciali e sedi dei vari gruppi), io credo che dovrebbero essere le persone a voltarsi verso un gruppo(Cristo o Madonna che sia) e non Cristo o la Madonna a voltarsi verso la gente. Qui sta il paganesimo di questa processione.
Bisognerebbe iniziare proprio da questo punto per capire se in questa processione la componente "folklore" sia più grande della componente "passione e fede". Quello di girare un gruppo con intere battute davanti sedi etc etc, è ormai un'abitudine di tutti i gruppi...tranne se non sbaglio il simulacro di "Gesù nell'urna". La processione quest'anno è implosa su se stessa, anche per questo e con essa l'Unione Maestranze. E aggiungerei anche che era prevedibile che succedesse ciò, perché ormai il vaso riempito dall’acqua dell’esibizionismo e dell’egocentrismo ha traboccato! Un trabocco fatto di un insieme di cose accumulate negli anni, fatte di decisioni strampalate, sia dal punto di vista estetico che decisionale, tutto a discapito ovviamente della processione.
Io per esempio da anni critico(e l’ho fatto più volte), le modalità con cui si svolgono le fasi dell’uscita…Una volta, e non parliamo di tempi molto lontani, in poco più di due ore e mezza, massimo tre, tutti i gruppi e i due simulacri erano già tutti fuori. Perchè?? Sicuramente per tanti fattori: non c’erano plotoni di consoli schierati davanti al portone(cosa di cattivissimo gusto), i gruppi iniziavano ad annacarsi davanti il portone e non a metà chiesa, si eseguiva una marcia senza ripetizioni di ritornello o trio che dir si voglia, le bande erano DAVANTI ai gruppi, non c’erano tutti questi minuti di raccoglimento etc etc … insomma.. non c’erano le lungaggini dei giorni nostri, non c’era tutta questa pomposità.. e vi assicuro che non sto parlando di chissà quanti anni fa.
E invece ora ci si trova davanti ad un qualcosa pieno di teatralità, ma sostanzialmente vuoto e molto spesso stancante, sopratutto agli occhi dei forestieri che rimangono affascinati dalla bellezza delle statue, degli addobbi e degli argenti ma che dopo aver visto uscire tre o quattro gruppi sono costretti ad andarsene perché stanchi.
Riguardo i momenti di raccoglimento ci sarebbe da aprire un capitolo a parte. Io capisco benissimo i motivi che spingono un ceto ad effettuare un minuto di silenzio poco prima dell’uscita del proprio gruppo, ma come al solito sono le modalità ad essere sbagliate. A mio avviso non ha senso iniziare una marcia, stopparla per il minuto di silenzio e poi ricominciarla da capo. Quest’anno addirittura il gruppo de pescatori(La Lavanda dei Piedi), ha iniziato “Ultimo Ricordo”, poi si è fermata per il minuto di silenzio e poi ha ricominciato l’uscita con “Malinconia” per un totale di 18 minuti di uscita.
Per quanto comprendo il motivo del raccoglimento per cui ho tutto il mio rispetto(così come tutti i motivi che hanno spinto tutti gli altri gruppi a fare altrettanto), penso che una cosa del genere è al limite dell’esasperazione.
Qualche anno fa per esempio, sempre il gruppo dei pescatori uscì dalla chiesa senza musica in segno di lutto, così come hanno fatto sempre qualche anno fa il gruppo del popolo e il gruppo dei pescivendoli, marcando in modo decisamente più toccante e più sensato il motivo per cui si era scelto di uscire senza musica.
Ora, io non dico che i minuti di raccoglimento si devono per forza eliminare, ma basterebbe cercare di teatralizzare il meno possibile la cosa, perchè agli occhi dello spettatore, il dolore esasperato diventa pantomima, e non va bene. Calcoliamo poi che per assurdo, se tutti i gruppi dovessero fare un minuto di raccoglimento, la processione partirebbe già da subito con venti minuti di ritardo!!
Ricordo che nel 2004, l’allora Vescovo Miccichè scrisse una sorta di “Decalogo” da far rispettare alle maestranze per la processione e ricordo pure che io sono stato tra quelli che questo decalogo l’ho criticato perchè a mio avviso sembrava un’ingerenza evitabile, probabilmente perchè avevo in un certo senso fiducia nelle capacità dell’unione Maestranze di organizzare autonomamente la processione dei Misteri, anche se sappiamo benissimo quanto sono state le brutture delle processioni organizzate nel periodo della presidenza D’Aleo(ciacculate, cerimonieri e fascia per esempio), ma indipendentemente dalla figura del presidenze, avevo fiducia in questa macchina organizzatrice.
A distanza di 11 anni da quel decalogo, a questo punto mi devo ricredere, perché in tutti questi anni, tranne la sobrietà e la compostezza di due processioni svoltesi sotto la presidenza di Leonardo Buscaino, tutto il resto è stato un continuo peggiorare e mai come ora, quel decalogo diventa attuale più che mai, perché si è perso il senso religioso della processione che sembra saccheggiata nella propria anima, ed è per questo che mi auguro in un intervento da parte del Vescovo Fragnelli(che credo quest'anno si sia fatto un'idea precisa di cosa sia l'unione maestranze), per mettere a freno quei comportamenti che hanno reso questa processione una macchietta piena di cambiamenti e sempre più vuota di tradizioni.
Pur comprendendo i cambiamenti dettati dal tempo che passa, non ho mai compreso certe innovazioni, a volte spiattellate in tv come se i Misteri debbano per forza avere delle novità. D’altra parte basta guardare la ormai consueta diretta che trasmette telesud il giovedì Santo durante la preparazione dei gruppi per capire come è degenerata la processione, che in quell’ora di trasmissione appare peggio di qualsiasi sagra di paese. Eppure in chiesa in quel momento, si sta ripetendo la semplice usanza di “vestire” i Sacri Gruppi, un’usanza piena di attesa che viene smontata in un sol colpo da un’ora di diretta tv, alla quale gli addetti ai lavori si compiacciono di apparire con dichiarazioni superflue e molto spesso totalmente sgrammaticate e senza senso.
Queste e altre quindi sono state le motivazioni che mi hanno spinto a scrivere queste mie lunghe considerazioni per le quali chiedo scusa ai lettori; spero soltanto che queste mie considerazioni facciano aprire le menti di coloro i quali stanno distruggendo questa processione, magari causando altre riflessioni per il bene della processione; non si tratta di parlare a vanvera o di attaccarsi alle singole cose, perché è proprio modificando le piccole cose che l'intera processione ne guadagnerebbe in bellezza, ritrovando la semplicità perduta.
Francesco Genovese
L'identità perduta di una secolare processione
E’ calato il sipario sulla secolare processione dei Misteri; poco dopo le 15 il simulacro dell’Addolorata ha fatto rientro nella chiesa del Purgatorio dopo il consueto discorso del Vescovo incentrato sui silenzi delle nostre anime da affidare al Signore. Nonostante i buoni propositi, l’edizione 2015 della processione dei Misteri è stata a dir poco disastrosa. Tanti sono stati i fattori che hanno provocato questa debacle, primo tra tutti il personalismo e l’egoismo di alcuni ceti che hanno accumulato un ritardo considerevole poco prima del rientro in piazza Purgatorio, come per esempio il ceto dei pescatori che all’altezza del largo delle Ninfe si é dilungato in stancanti “battute”(intere esecuzioni di marce funebri con il gruppo in spalla ndr),mentre il resto della processione si trovava ancora al porto peschereccio.
Anche la serata del venerdì Santo non è andata benissimo lungo le parti finali del tragitto verso piazza Vittorio Emanuele, in cui l’Addolorata ha fatto capolinea alle 1.40, orario sicuramente fuori luogo per la funzione religiosa che era prevista per le 23.30. Lungo le strade del centro storico la processione si è svolta compatta con svariati sfilacciamenti in alcune zone, per poi ricompattarsi totalmente nella tarda mattinata di ieri lungo l’ultimo tratto di corso Vittorio Emanuele.
All’alba di ieri il Vescovo Fragnelli ha raggiunto il primo gruppo in piazza Generale Scio e alla nostra domanda su cosa manca a questa processione per crescere, ha risposto: “Di strada da fare ce n’è, ma occorre maggiore sinergia tra i vari gruppi”; anche durante il discorso di chiusura, Mons. Fragnelli ha rimarcato il problema degli eccessivi ritardi, a causa dei quali bisogna chiedere scusa al popolo trapanese.
Amareggiato Vito Dolce che, in qualità di presidente dell’Unione Maestranze, ha assunto le proprie responsabilità, anche se c’è stato un vero e proprio sabotaggio da parte di alcuni ceti che alla prossima riunione del direttivo andranno incontro a delle sanzioni. Anche molti turisti sono rimasti delusi di come si sia svolta la processione, considerando che piazza Purgatorio si stava riempiendo già alle 7, mentre il primo gruppo è entrato in chiesa poco prima delle 10, anche se il ritardo è stato poi leggermente recuperato, ma ciò non giustifica quanto è accaduto ieri, perché la processione dei Misteri non merita di essere plagiata e sminuita dagli atteggiamenti degli addetti ai lavori, considerando che si tratta di una processione religiosa e non di un sfilata senza identità: per l’appunto l’identità perduta di una secolare tradizione che ieri probabilmente ha ferito il cuore dei trapanesi.
Articolo pubblicato su LA SICILIA del 5 aprile 2015
CONSIDERAZIONI AGGIUNTIVE
Che la processione sarebbe andata male, avevo avuto qualche sentore durante le prime fasi dell’uscita: un’ora è decisamente troppa per far uscire i primi tre gruppi dal portone della chiesa, ma poi nello stesso tempo ho pensato che il tempo si sarebbe recuperato. E così è stato per più volte lungo il percorso, quando per fare compattare la processione la “Spartenza” veniva fermata. Lungo la via Mercè, dove ho assistito a tutta la processione, tranne qualche rara eccezione, tutto è andato discretamente. I problemi sono sorti all’altezza della chiesa di San Francesco di Paola, con battute intere da parte di più gruppi che hanno causato ulteriori sfilacciamenti, ripetuti in seguito nelle ultime fasi del percorso prima della sosta in Piazza Vittorio.
Il problema principale dell’uscita sono i troppi momenti di raccoglimento,ma non solo quello: basta notare il fatto che i Sacri Gruppi poco prima di uscire, iniziano ad “annacarsi” a metà chiesa e non davanti al portone. Anche l’itinerario è stato uno dei punti critici di questa edizione, non per il passaggio al centro storico, ma per il tratto Via Palmerio Abate, Via Osorio, Via Spalti, Via Marinella, Via Mazzini e Via Scontrino, che in un certo senso ha fatto rimpiangere la sempre discussa Via Fardella(che io ho sempre odiato tra l’altro).
In Piazza Vittorio, vista l’ora tarda, regnava il bivacco a tal punto che sembrava di essere in una qualsiasi sagra di paese, e anche la funzione religiosa che doveva essere il fiore all’occhiello di questa edizione, è stata una cosa fallimentare.
Ricordo che una volta la funzione religiosa si svolgeva in orari più consoni, con un palchetto allestito che dava solennità alla cosa e non con una semplice pedana piazzata in maniera approssimativa.
Poi sono tante le cose, dal punto di vista estetico, che hanno lasciato a desiderare: sempre in via Mercè, i processionanti del gruppo “La coronazione di spine” del ceto dei fornai, mangiavano pane durante la processione, tutti in blocco, senza nemmeno avere la delicatezza di spostarsi in qualche vicolo, magari a turno, per rispetto degli spettatori, anche perché erano soltanto le 19 e 15 e non le 22:00.
Altra criticità estetica, l’utilizzo di led a luci bianche da parte di alcuni ceti, come per esempio i led utilizzati nel retro della balconata argentea dell’Ecce Homo: uno schiaffo alla straordinaria bellezza di questo gruppo.
Poi è palese la mancanza di omogeneità in questa processione, dove alcuni consoli per fortuna riescono a mantenere, ma ci sono delle eccezioni, come per esempio i cordoni o collari, che dir si voglia, indossati dai consoli dei ceto dei muratori e da quelli dell’Addolorata, con tonalità di colore diverse a seconda della carica rivestita: è una cosa che accade da qualche anno, indubbiamente di cattivo gusto estetico. Una volta l’Addolorata si distingueva perché veniva portata in spalla da uomini vestiti di bianco e rosso, e da trapanese mi dà fastidio notare una distinzione per questi cordoni attorno al collo, perché basterebbe una semplice targhetta sul taschino della giacca dei consoli.
Ad ogni modo non è stato tutto da buttare, ho visto anche molta compostezza da parte di molti ceti, che come ogni anno, pur vivendo in ristrettezze economiche, portano avanti il proprio gruppo con dignità, vedi per esempio i pescivendoli, i pittori, i sarti e tappezzieri, i salinai, i pastai e così via.
Ma veniamo a ciò che ha provocato lo sfracello di questa edizione. Come previsto, il Vescovo Fragnelli doveva raggiungere il primo gruppo al largo delle ninfe e accompagnarlo in processione fino al Purgatorio. Alle 5.30 il primo gruppo era perfettamente sfilato e pronto per continuare la processione all’altezza di Piazza Generale Scio. C’erano tutti, c’era il Sindaco Damiano, c’era l’ex Sindaco Fazio, e dopo un po’ è arrivato anche Sua Eccellenza il Vescovo. Peccato che tutto era bloccato perché il gruppo de “La lavanda dei Piedi” stava facendo una “vutata” lunghissima, credo davanti la propria sede, con le aste quasi dentro. Le lamentele generali della gente stanca di aspettare per strada dicono che il gruppo dei pescatori ha effettuato cinque battute lungo quel tratto di strada, mentre i restanti gruppi “abbuffavano” dal freddo, come si dice alla trapanisa, nei pressi del porto peschereccio, e centinaia di persone piazzati in Corso Vittorio Emanuele e in piazza Purgatorio si chiedevano che fine avessero fatto i Sacri Gruppi.
Anche all’inizio di Corso Vittorio Emanuele si sono creati degli sfilacciamenti poi recuperati soltanto dopo l’incrocio con Via Libertà.
Nel frattempo il centro storico pullulava di persone… erano quasi le 8 e il primo gruppo era ancora in Corso Vittorio Emanuele e in piazza Purgatorio si leggeva la delusione negli occhi delle tantissime persone piazzate dietro le transenne…fino ad arrivare alle 9 e 40 con l’arrivo in piazza di tamburi e del primo gruppo che ha iniziato l’entrata in chiesa.
Per un momento si era vociferata la possibilità di tagliare il percorso e far rientrare i gruppi direttamente da Via Domenico Giglio, ed evitare la via Turretta e via Nunzio Nasi, ma poi il tragitto si è percorso interamente.
Per fortuna, visto il terribile ritardo, sono stati concessi ai gruppi 10 minuti ciascuno per entrare in chiesa, “Ascesa al Calvario” compreso, restringendo i tempi generali di entrata. Chi più chi meno, diciamo che i dieci minuti sono stati rispettati, ma a mio avviso si poteva fare di più da parte dei singoli.
Da trapanese, mi sento ferito nell’orgoglio, mancato di rispetto perché ieri la processione dei Misteri è decisamente morta e insieme alla processione è morta anche l’Unione Maestranze.
Lo storico Giovanni Cammareri dice sempre che questa processione è una ferrari con il motore di una 500. Ebbene sì… infinte potenzialità buttate nel vento da coloro che sono i custodi di questa secolare processione che rappresenta l’anima di questa città.
E’ indubbio che le diatribe all’interno dell’Unione non sono mai mancate, ma quando si supera il limite, è evidente che il problema è davvero difficile da risolvere. E invece molti componenti dei vari ceti pensano soltanto ai contributi, pensano ad apparire, a fare panza parata, a fare le vutate davanti le sedi, ad offendersi se qualche altro ceto non si ferma davanti la propria attività.
E’ questo fare processione?
Secondo me no…ma sono sicuro che, passata quest’aria di bufera, tutto andrà nel dimenticatoio… perché questi signori custodi della tradizione, pensano soltanto al proprio gruppo e non all’intera processione.
Se fossi stato il Vescovo, e lo dico sinceramente, avrei sciolto la processione già al Largo delle Ninfe,ordinando il rientro immediato, perché a volte soltanto i gesti plateali e severi riescono a ricucire le grosse falle che persistono in questa processione che ieri ha dimostrato essere la peggiore d’Italia, e non la migliore come meriterebbe. E’ inutile parlarne all’Expò o invitare i turisti… bisogna prima riorganizzarla questa processione. Perché se la gente viene ancora qui ad assistere al nostro bene più prezioso, è soltanto per la bellezza di queste opere d’arte e non per vedere tutti voi che implodete nei vostri stessi atteggiamenti, che pensate di poter essere più imponenti se vi annacate mezzora davanti le sedi o se credete di essere più furbi per fare gli sgambetti ai ceti nemici.
Io commento questa processione da 10 anni ormai, e la seguo fin da piccolo come tantissimi trapanesi affezionati; sono consapevole che dopo questo mio commento, molti mi toglieranno il saluto, alcuni mi chiameranno al telefono (come è già successo ieri) e molti altri diranno che è facile criticare la processione da dietro una tastiera.
Benissimo… a me sta bene così..anche perché ci sono abituato… ma la mia onestà intellettuale mi permette di ignorare determinati comportamenti, poiché ho sempre dimostrato di saper lodare quando c’è da lodare e criticare quando c’è da criticare..basta leggere i miei pezzi scritti dal 2005 ad oggi.
A mio avviso, le critiche servono a far crescere in meglio un po’ tutto e non soltanto questa triste, tristissima processione.
Francesco Genovese
[youtube]https://youtu.be/v3QFIXSJRMg[/youtube]
Misteri 2015: riflessioni dopo l'uscita
Si è rinnovata ieri la secolare processione dei Misteri con l’uscita dei Sacri gruppi dalla chiesa del Purgatorio. Il suono dei tamburi, la piazzetta gremita e le prime note della marcia “A Lombardo”, tipica nenia funebre che ha molto spesso accompagnato l’uscita del primo gruppo “La separazione”, hanno dato il via alla processione più attesa dell’anno, lunga 24 ore per le strade del centro storico.
Poco prima dell’uscita, il Vescovo Fragnelli è giunto al Purgatorio con i componenti dell’Unione Maestranze dopo aver celebrato la funzione della “Discesa dalla Croce” nella chiesa di Santa Maria del Gesù, e un carabiniere ha bussato in modo simbolico il portone per dare il via alla processione come succedeva un tempo, per comunicare che il rito della “discesa dalla croce” è terminato: una rievocazione a metà, considerando che un tempo i Misteri uscivano alle 15.
Le strade adiacenti al Purgatorio erano gremite di persone, tra i devoti di sempre e i tanti turisti che hanno deciso di assistere al passaggio dei Misteri.
L’unica nota dolente, che ormai è cosa risaputa, è la lentezza delle fasi di uscita dovuta ad un altrettanto lenta esecuzione delle marce funebri che fino a pochi anni fa venivano eseguite in un tempo più veloce; altro fattore che causa lentezza da un po’ di anni è il posizionamento delle bande dietro ai gruppi e non davanti: tutto ciò provoca stanchezza da parte dei tanti visitatori che per vedere passare tutta la processione ai bordi di una strada devono attendere più di tre ore.
Ad ogni modo, è anche bello vedere passare i Misteri andando incontro ai vari gruppi nelle varie strade per assaporare i diversi aspetti di questa lunga processione che durante le 24 ore cambia più volte veste, dalla pomposità dell’uscita, alle varie annacate e “vutate” lungo il tragitto, per poi passare al caratteristico passaggio notturno senza banda e processioni, fino a rivestirsi della stessa compostezza dell’uscita, durante il percorso di rientro in chiesa.
E’ una processione affascinante che anche ieri ha dimostrato le sue notevoli potenzialità, in cui la bellezza dei gruppi è arricchita dagli ornamenti argentei e dagli addobbi floreali che spaziano su molte variazioni di colore, potenzialità mai sfruttate a pieno da parte dell’Unione Maestranze, anche se bisogna attendere la chiusura del portone per tirare le somme di questa edizione.
I Sacri Gruppi inizieranno l’entrata in chiesa nella mattinata di oggi a partire dalle 8.00, in attesa del rientro del simulacro dell’Addolorata, che come di consueto sarà anticipato dal discorso di chiusura da parte del Vescovo.
Francesco Genovese
I misteri nel centro storico
Prende il via oggi alle 14 dalla chiesa del Purgatorio, la secolare processione dei Misteri. I diciotto gruppi più i due simulacri come di consueto usciranno dal portone della chiesa, accompagnati dalle struggenti marce funebri intonate dalle bande, uno ad uno, “annacati” dolcemente dai portatori(volontari e non) sotto le aste. Diciannove saranno le bande, poiché il gruppo di “Gesù dinanzi ad Erode” a causa delle ristrettezze economiche del ceto dei pescivendoli, non avrà accompagnamento musicale lungo il percorso.
C’è grande attesa nell’aria per questa prima processione guidata da Vito Dolce, ex capoconsole del gruppo “L’Ascesa al Calvario”, eletto presidente a fine dicembre del 2014 in un’atmosfera sicuramente non felice per l’Unione Maestranze, dove le diatribe tra i vari componenti non sono mai mancate. L’itinerario sarà incentrato al centro storico e prevede la sosta in Piazza Vittorio, dove è stata reintrodotta la funzione religiosa presieduta dal Vescovo Fragnelli.
Per tutta la giornata di oggi e fino a domani, le strade del centro cittadino si trasformeranno in un vero e proprio palcoscenico di passione, fede e folklore, dove echeggeranno i suoni dei tamburi, le “ciaccole” dei portatori e le marce delle bande, mentre di notte i Sacri Gruppi assumono una veste più affascinante, senza bande e processioni, che si ricomporranno all’alba di domani. Non mancheranno i momenti di raccoglimento all’uscita in ricordo di consoli o affini defunti, come per esempio il gruppo de “La Sentenza” che farà un minuto di silenzio in memoria di Baldassarre Ferrara, e il gruppo “Ecce Homo” in memoria della moglie di Michele Taormina, volto storico dei Misteri.
Tutto il resto sarà il ripetersi di qualcosa che vive nel sangue dei trapanesi, tramandato da generazioni, come la recita di un copione che sotto diversi aspetti, riesce anche a variare di anno in anno, lasciando ferma la sostanza.
Purtroppo però, molto spesso si rimpiangono le processioni di una volta, sicuramente meno pompose e più caratteristiche, dove era la gente che si adattava alle tradizioni, al contrario dei giorni nostri in cui si è più propensi a portare innovazioni fuorvianti in un contesto pieno di storia.
La giornata di oggi sarà incentrata anche su un altro antichissimo rito, quello della “discesa dalla Croce” che si svolge nella chiesa di Santa Maria del Gesù e che quest’anno sarà anticipato alle 12, per permettere ai fedeli e a tutti coloro che sono impegnati nella processione dei Misteri, di potervi partecipare, mentre anticamente, era la processione dei Misteri che iniziava a Discesa conclusa.
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Francesco Genovese
PUBBLICATO SU LA SICILIA DEL 3 APRILE 2015
Settimana Santa nel vivo in attesa della processione di DOMANI
La città di Trapani è entrata nel vivo dei riti della Settimana Santa; terminate le processioni delle due Pietà, che hanno visto il centro storico preso d’assalto da migliaia di persone, l’attenzione ora è rivolta alla processione dei Misteri di domani, quando alle 14.00 in punto, i Sacri Gruppi usciranno dalla chiesa per rinnovare una secolare tradizione che vive dentro il sangue dei trapanesi, in un insieme di tradizioni e usanze, tra un’annacata e l’altra al tempo delle caratteristiche marce funebri, l’odore del fumo dei ceri, il mormorio della gente e il suono delle “ciaccole”.
Oggi la chiesa del Purgatorio sarà un cantiere aperto fatto di addetti ai lavori, tra consoli, portatori, fiorai ed elettricisti, per “vestire” i Misteri con fiori e ornamenti argentei, anche se molti gruppi finiranno di essere addobbati all’alba di domani. Per l’occasione, soprattutto in serata, saranno allestite davanti ai gruppi le transenne per non intralciare i lavori di allestimento, visto il gran numero di persone che faranno “tappa” al Purgatorio.
La Diocesi oggi vivrà una giornata solenne già a partire dalle 10 con la Santa Messa del Crisma in Cattedrale, presieduta dal Vescovo Fragnelli e concelebrata da tutti i Sacerdoti in cui si benedicono gli oli dei catecumeni, gli oli degli infermi e il Sacro Crisma, mentre alle 19 si terrà in tutte le chiese la Santa Messa “in coena domini” che prevede il rito della “Lavanda dei Piedi”.
In Cattedrale, sempre alle 19, il Vescovo li laverà a dodici detenuti della casa circondariale di Trapani. Al termine del rito inizierà l’adorazione Eucaristica in tutte le parrocchie fino alle 24 con gli altari della reposizione, erroneamente chiamati “sepolcri”, che saranno visitati da migliaia di fedeli che faranno “il giro delle chiese”, poiché la tradizione popolare dice che se ne debbano visitare almeno 3 e in un numero dispari.
Francesco Genovese
Pubblicato su LA SICILIA DEL 2 aprile 2015
SETTIMANA SANTA: Oggi la Madre Pietà dei Massari, domani la Pietà del Popolo
Prendono il via oggi pomeriggio gli attesi riti della Settimana Santa trapanese. Alle 16.00 in punto, sulle note della celebre marcia funebre “Pensiero”, eseguita dalla banda musicale “Città di Paceco”, la Madre Pietà dei massari varcherà il portone della chiesa del Purgatorio per iniziare una lunga processione che, si protrarrà fino a domani. - CLICCA QUI PER L'ITINERARIO
L’antico quadro percorrerà le strade del centro storico, portata in spalla sia dagli uomini degli “Eredi facchini di piano San Rocco”, sia dai molti devoti che si alternano sotto le aste, a ripetere usanze antichissime tramandate di generazione in generazione, come per esempio l’entrata dentro il palazzo Fodale in piazza Matteotti, ma anche i passaggi nelle strade più caratteristiche della città come per esempio la via Custonaci, Via Corallai e Piazza Jolanda.
In serata, la Pietà entrerà dentro una baracca allestita come di consueto in piazza Lucatelli, dove verrà vegliata tutta la notte, per poi riprendere la processione di rientro domani sera intorno alle 24, verso la chiesa del Purgatorio.
Domani alle 14.30, accompagnata dalla banda "Città di Trapani", si terrà la processione dell’altro quadro, ovvero la Madre Pietà del popolo, detta “A Maronna ‘ri putiara”, la cui processione è gestita dal ceto dei fruttivendoli. Anche la processione di domani, è un ripetere di antichissime usanze e tradizioni che rappresentano il fulcro della devozione popolare, primo tra tutte, lo scambio del cero, quando la Pietà del popolo passerà davanti la cappella in piazza Lucatelli (dove sosta l’altro quadro), in cui i rappresentanti delle due processioni si scambieranno un cero, in ricordo della pace suggellata nel 1885 tra i facchini di piano San Rocco e la Compagnia di Sant’Anna, che un tempo gestiva la processione della Pietà del popolo. Non mancheranno i passaggi nella Trapani più antica come per esempio Via Nunzio Nasi(la vecchia Via Cortina), le vie Cucuzzella, Sant’Anna e Santa Lucia. - CLICCA QUI PER L'ITINERARIO
Alle origini, la processione della Pietà del popolo aveva una connotazione popolare più marcata rispetto alla processione della Pietà dei Massari, che invece aveva una connotazione diciamo "rionale", racchiusa nelle vicinanze del Piano San Rocco(dove oggi sorge Piazza Lucatelli). Ai giorni nostri, questa differenza non esiste più, poiché tutte e due le processioni sono molto seguite lungo tutto il tragitto, e negli ultimi anni l'affluenza è anche aumentata, se confrontiamo le processioni delle Pietà di oggi con quelle di vent'anni fa per esempio.
Di contro diciamo che le processioni delle Pietà dei giorni nostri, hanno perso la semplicità che le contraddistingueva, sotto tutti i punti di vista, un po' come succede nella processione dei Misteri, dove la semplicità è andata perduta chissà dove.
Francesco Genovese
Pubblicato parzialmente su LA SICILIA del 31 Marzo 2015