Si è conclusa da poche ore l’edizione 2018 della processione dei Misteri. L’Addolorata è rientrata nella chiesa del Purgatorio alle 15, calando il sipario ad un’edizione non di certo piena di chissà quali aspettative.
È stata una processione strana, dove per certi versi ci si aspettava peggio e per altri di meglio. La fase di uscita è stata estremamente lenta, quasi stancante a detta di molti con un primo tratto sul corso Vittorio non proprio perfetto per via di qualche lungaggine di troppo da parte di alcuni gruppi, mentre ci ha stupito positivamente, da un punto di vista della compattezza della processione, la parte meno bella dell’itinerario ovvero dalla via xxx gennaio alla via fardella. Eppure qualcosa non è andato per il verso giusto nelle ore notturne, quando il rientro senza bande e processioni ha causato un leggero ritardo che si è moltiplicato esponenzialmente durante l’alba, portando a fare entrare il primo gruppo nella chiesa del Purgatorio alle 9 inoltrate anzichè alle 8: una cosa riprovevole, considerato che dietro le transenne c’era gente piazzata lì dalle 6.
Durante la fase di entrata si è cercato di ottimizzare per quanto possibile i tempi, ma tra una cosa e l’altra si sa benissimo che l’entrata dei gruppi necessita ormai di 6 ore piene, e quindi l’entrata dell’addolorata si è conclusa alle 15.
Detto ciò, a parte il ritardo dell’entrata, non è stata certo un’edizione disastrosa, ma non si può negare che questa processione ha urgente bisogno di essere rifondata da cima a fondo, perchè di anno in anno la decadenza è sempre più tangibile, a discapito delle ormai poche cose belle che contraddistinguono i nostri Misteri. È necessario fare un’analisi approfondita sulle quelle scelte sbagliate che di anno in anno sono state fatte: una processione così piena di storia non può stare sempre dietro alla ricerca della novità, perché è ormai un dato di fatto che tra una novità e un’altra questa processione ha perso totalmente la propria identità.
Molti diranno che è impossibile tornare indietro, eppure basta davvero poco per restituire decoro a questa processione. Personalmente penso che si potrebbero riportare innanzitutto le bande davanti ai gruppi e non dietro come erroneamente è stato deciso qualche anno fa.
Poi si potrebbero ridurre al minimo le estenuanti “battute” davanti le sedi dei ceti, le attività e le case dei consoli.
Si potrebbero ripristinare, in sinergia con la diocesi, gli incappucciati della confraternita di San Michele anche soltanto in modo rievocativo per ricomporre un puzzle ingiustamente scomposto dall’allora vescovo Miccichè.
Si potrebbe ridurre la tempistica generale dell’uscita dalla chiesa e di conseguenza, ridurrei al minimo i singoli minuti di raccoglimento da parte di ogni gruppo: in una condizione pessimistica in cui ogni gruppo si ferma un minuto, porta la processione a ritardare già di 20 minuti!
Infine, quando i Misteri transitano per la via Fardella, si potrebbe ripristinare la sosta a Piazza Vittorio come si faceva un tempo(con sosta, ripartenza con bande e processioni per il passaggio serale in via fardella e poi scioglimento per la notte).
Queste sono soltanto alcune delle tante cose che restituirebbero l’identità e la semplicità perduta a questa processione: parole nel vento fin quando non ci sarà davvero l’intenzione da parte degli addetti ai lavori, a rinunciare ad una piccola parte dei propri personalismi.
Adesso non rimane che attendere il 19 aprile 2019, sperando innanzitutto che l’unione maestranze ritrovi la propria serenità interna:senza dubbio si tratta del primo passo verso un nuovo inizio.
Francesco Genovese