Ieri pomeriggio, nella settecentesca chiesa del Purgatorio, si è tenuta la terza Scinnuta quaresimale dei Misteri, una sorta di “giro di boa” verso l’inizio dei riti della settimana Santa. Ad essere disposti davanti l’altare, i gruppi de “La flagellazione” e “La coronazione di spine”. Si tratta di due misteri espressivi, rispettivamente il nono e il decimo di tutta la serie dei diciotto gruppi più i due simulacri che vengono portati in processione il venerdì Santo.
Tanti gli omaggi floreali che ad ogni Scinnuta vengono posti ai piedi dei gruppi, e splendenti gli argenti che fanno da contorno a queste meravigliose opere. Come di consueto, nella piazza antistante la chiesa, echeggiavano le note delle tipiche marce funebri eseguite dalla banda “Muratori e scalpellini” di Marsala, tra i venditori di “simenza e caccavetta” e il popolo dei misteri che sta scaldando i motori per il prossimo 22 aprile, tra le solite lamentele riguardo la diminuzione delle offerte raccolte, e l’affascinante itinerario limitato al centro storico che ha praticamente spaccato in due la città.
Intanto dalla chiesa di San Domenico partiva la stazione quaresimale con alcune parrocchie, alla quale è seguita la messa concelebrata dal Vescovo Miccichè che nella sua omelia, in occasione della festa dell’Annunciazione che cadeva proprio ieri, ha parlato anche del problema dell’immigrazione di tanti giovani nordafricani che sfuggono dalla guerra e dalla dittatura.
Al termine della funzione, alcune nenie in dialetto cantate dal coro “Trapani Mia” e poi ancora la banda, con le struggenti note a mettere un punto a questa terza discesa quaresimale. Ne rimangono altre tre nelle prossime settimane, più le due scinnute delle Pietà, e poi sarà tutto un ripetersi delle tradizioni più affascinanti della nostra città, anche se a meno di un mese dal venerdì Santo, ancora non è stato stampato il manifesto della processione.
E’ evidente l’incapacità comunicativa da parte dell’Unione Maestranze di divulgare la processione come merita, sopratutto fuori città, nonostante essere riuscita ad organizzare delle ottime processioni negli ultimi tre anni; una processione che storicamente è sempre stata legata all’annuale cambio di itinerario che spesso viene modificato, anche minimamente, a ridosso della processione, e così come i misteri si “annacano” a tempo di musica, anche il direttivo dell’U.M e le altre autorità competenti, si adagiano a questo ritmo che a lungo andare stanca, sopratutto in un contesto in cui la città vuole a tutti costi primeggiare sul turismo fantomatico e improvvisato.
Francesco Genovese